Quando si dice “devi pensare ai tuoi clienti”, ma si sa… tra il dire e il mare c’è di mezzo “e il”
Stavo sbirciando le novità di Linkedin e nella timeline mi appare questa notizia
Ok, non ho un hotel ma devo nutrire il mio ego, un po’ di feedback autentici raccolti pro-attivamente mi potrebbero anche servire. Ma pensandoci, le consuetudini sociali (cioè il dizionario) mi porta a ritenere che la raccolta pro-attiva di feedback avvenga con una metodologia che permette di anticipare problemi o tendenze future, prima che si presentino. Mi domando quale strumento innovativo possano mai usare questi? Vabbè, ci clicco sopra, spinta dalla curiosità più che altro.
Entro in una pagina (questa) e mi viene una domanda: “Cos’è andato storto quella volta con la selezione naturale”?
Atterro in una pagina in cui ci sono tre tipi incazzatissimi (ho coperto il viso, ma il primo ha lo sguardo fisso, truce e cattivo, la terza mi sembra una che potrebbe far la parte della cattiva nei film americani).
Mi parlavano di hotel e adesso gli hotel sono scomparsi: li trovo solo in un campo della form (che poi… potrebbe essere un hotel o un’azienda… quando si dice “segmentare il mercato”). Non mi è chiaro perché mi vogliono contattare dato che non ho ancora capito di cosa stiamo parlando.
Ok. non era un annuncio a pagamento. Ma il fatto che non ci siano di mezzo soldi versati a Linkedin vuol dire che si devono fare le cose ad capocchiam? Mi attrai con un annuncio che stimola la curiosità e poi mi mostri una landing che serve “a chiudere” e “irretire” l’utente che ti conosce già? Al limite (ma proprio al limite eh) questa pagina potrebbe essere utile per chi ha già visto il sito, magari ci è anche stato più volte, leggi remarketing con una lista “breve”: vedo i prodotti, navigo per uno sbrozzo di pagine e il giorno dopo mi persuadi con un banner a provare la free-demo. Magari ci casco e hai i miei contatti. Se faccio il percorso inverso (come quello che ho fatto) già non parti bene e tutte le informazioni successive le interpreto alla luce del “penso che non sei partito bene”.
Per farla breve: nel loro processo di acquisto gli utenti (come me adesso) passano delle fasi, ogni fase soddisfa particolari esigenze (informazione, conoscenza, confronto con altri, acquisto) e ogni fase è sensibile a certe leve piuttosto che altre. Certo, se non sappiamo chi è il nostro target diventa difficile sparare di avere risultati sparando nel mucchio.
Ecco, il più delle volte non è che ci voglia molto, non serve essere strateghi del marketing. Basta un po’ di testa.